Il voto della Commissione agricoltura del Parlamento europeo rappresenta un segnale politico importante e va nella direzione delle richieste di Coldiretti e Filiera Italia di garantire risorse adeguate alle aziende agricole europee in una fase internazionale complessa dove il concetto di food security è tornato al centro della geopolitica globale. Affermare la necessità di potenziare i fondi della Pac, di destinare i pagamenti diretti solo agli agricoltori attivi e riconoscere che la sicurezza alimentare e la sovranità alimentare sono componenti essenziali dell’autonomia strategica sono elementi fondamentali che vanno protetti per la tenuta non solo del settore agricolo ma di tutta la filiera agro-alimentare italiana ed europea.
Per fare questo sarà importante, come la stessa Commissione ha riconosciuto, continuare a sostenere efficacemente nel prossimo Qfp la competitività e la resilienza dei settori dell’agricoltura e della pesca. Anche nel Parlamento si afferma un cambio di strategia che si inserisce appieno nella nuova vision della Commissione Ue, all’interno della quale sono state riprese molte delle proposte avanzate da Coldiretti e Filiera Italia per una maggiore semplificazione e la protezione dei redditi agricoli. Una vision che va ora sostenuta anche dal punto di vista finanziario per poter essere realizzata.
Importante anche il pronunciamento della Comagri che si oppone all’idea di integrare la Pac in un unico fondo per ciascuno Stato membro, anzi chiedendo, se del caso, se non sia più opportuno ricercare ulteriori fonti di finanziamento dedicate, anche al di fuori della Politica agricola. Un progetto contro il quale Coldiretti e Filiera Italia si sono opposte per prime, poiché finirebbe col danneggiare irreversibilmente non solo l’agricoltura ma l’intera filiera agroalimentare del nostro Paese, facendo venire meno quell’eccezionalismo agricolo alla base dei successi dell’agricoltura italiana ed europea. Temi al centro anche del recente incontro del presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, del segretario generale Vincenzo Gesmundo e dell’Ad di Filiera Italia Luigi Scordamaglia con il Commissario Ue all’Agricoltura Cristophe Hansen.
Il parere votato sulla resilienza idrica dove si sostiene, tra le altre cose, l’obiettivo di garantire la disponibilità di acqua per il settore agricolo e di potenziare gli strumenti di agricoltura 4.0, può anche essere accolto con estremo favore. Un tema al centro da anni della battaglia di Coldiretti per dotare il Paese di un sistema di bacini di accumulo con sistema di pompaggio che consentirebbe di garantire riserve idriche nei periodi di siccità ma anche di limitare l’impatto sul terreno di piogge e acquazzoni sempre più violenti che accentuano la tendenza allo scorrimento dell’acqua nei canali asciutti.
Infine, preme evidenziare come la presentazione del “pacchetto vino” aprirà un periodo di intenso monitoraggio e attenzionamento da parte di Filiera Italia e Coldiretti al settore vitivinicolo. Se infatti da una parte vengono riconosciute come positive alcune misure volte ad alleggerire e diluire gli obblighi dei viticoltori rispetto alle autorizzazioni al reimpianto, dall’altra la tematica dei vini dealcolati desta preoccupazioni. Definire in modo chiaro e preciso le modalità di produzione ed etichettatura dei vini dealcolati sarà cruciale, se non si vuole danneggiare la natura agricola del vino che, attraverso un processo naturale, conserva, valorizza ed esalta tutte le qualità e tipicità dell’uva. Processi che dovranno manipolare ed edulcorare questo prodotto per privarlo dell’alcool, componente indispensabile per l’equilibrio organolettico, ci rendono vigli e preoccupati verso una ultra-formulazione del vino.