Di Yves Madre – Presidente Farm Europe
Introduzione di Lugi Scordamaglia, Presidente Eat Europe
Eat Europe nasce a Bruxelles poco più di un anno fa con l’obiettivo di innovare la rappresentanza, dando voce a tutti i soggetti della filiera, permettendo loro di ritrovarsi attorno allo stesso tavolo e di promuovere una visione del cibo quale espressione di identità, territori, cultura, legame indissolubile con la natura, fondamento di un’alimentazione sana ed equilibrata, vettore di innovazione, baluardo della tradizione, portatore di valore economico e culturale.
Coldiretti e Filiera Italia hanno avuto la lungimiranza di lanciarsi in questa sfida insieme a Farm Europe, importante think tank europeo che dà voce all’agricoltura sostenibile nel quadro dello sviluppo delle politiche UE. Dall’unione di questi tre soci fondatori ha preso avvio un nuovo modo di rappresentare le istanze agroalimentari in sede europea: non più compartimenti stagno, ma un approccio sistemico e integrato tra i vari attori coinvolti, con un’attenzione speciale rivolta ai consumatori, per rispondere alla loro domanda di sostenibilità e qualità in modo autentico, scientifico e pragmatico.
Eat Europe si candida ad essere interlocutore diretto con e per le imprese che vogliono portare avanti progetti e proposte per una transizione verso sistemi alimentari resilienti e sostenibili, salvaguardando allo stesso tempo la redditività e la produttività del sistema agroalimentare, in un continuo dialogo con le istituzioni UE e con i consumatori.
Yves Madre – Presidente Farm Europe
Con le elezioni in scadenza, aprile è stata l’ultima finestra di intervento possibile per l’attuale Parlamento europeo. È stata adottata la direttiva sulla salute del suolo, la direttiva Breakfast il regolamento sulle certificazioni del carbonio e sul carbon farming e l’accordo sulle importazioni ucraine, con una protezione più forte per lo zucchero e il pollame, ma lasciando il settore del grano in gran parte non protetto.
I deputati hanno inoltre deciso di trattare con procedura d’urgenza le proposte di riapertura della PAC al fine di semplificarla e alleggerire le clausole di condizionalità. Il dossier sarà trattato direttamente dal presidente della commissione agricoltura, non sarà deferito a nessun’altra commissione e sarà sottoposto alla sessione plenaria, dopo aver lavorato ormai su una posizione molto simile tra il Parlamento europeo e il Consiglio.
Il welfare sarà all’ordine del giorno del prossimo Parlamento Europeo. Nuove regole per i trasporti sono già state presentate dalla Commissione Europea. Lo stesso vale per i negoziati sulle nuove tecniche genomiche (NGT), poiché il Consiglio non ha trovato una maggioranza per definire una posizione che gli consenta di avviare un dialogo con un Parlamento pronto da tempo. Quando si parla di cibo e nutrizione, la discussione su un sistema europeo di etichettatura alimentare sembra oggi più un campo di battaglia a causa dell’insistenza di alcuni a spingere per il sistema francese nutriscore che sembra definitivamente del tutto inadeguato per promuovere un’alimentazione buona, equilibrata e sana.
La domanda ora è quale mandato verrà conferito alla prossima Commissione europea per il periodo 2024-2029 dal Consiglio europeo e dal Parlamento europeo che usciranno dalle urne.
Il Green Deal stato definito nel 2019 e la Commissione europea ha proposto la propria versione ma il divario tra l’imperativo della sovranità europea e il percorso proposto dalla Commissione lo ha bloccato.
La Presidenza del Consiglio sta attualmente lavorando ad un progetto di agenda strategica per l’Unione europea, in vista di presentarlo al Consiglio europeo di giugno. Questa bozza mira a definire le linee guida politiche per i prossimi 5 anni in termini di sovranità europea, posizione dell’UE nel mondo, preparativi per l’allargamento, competitività, indipendenza energetica e sicurezza alimentare attraverso un settore agricolo “vitale”.
Sembra incarnare una nuova visione in cui le transizioni dell’UE sarebbero guidate da investimenti, innovazione e ricerca e in cui l’UE deve prepararsi alle nuove realtà derivanti dal cambiamento climatico. Per il momento, questo documento sembra voltare decisamente le spalle alla tendenza al ribasso che l’attuale Commissione ha perseguito per gran parte del suo mandato, il che sarebbe una buona notizia di cui tutti abbiamo bisogno.